Le Due Navi
La nave è ferma, immobile al centro ignoto dell’oceano. La nebbia avvolge tutto, rendendo impossibile la navigazione se non a vele abbassate, per evitare invisibili scogli. Ma ecco che lungo il filo nebuloso dell’orizzonte si scorge una sagoma di polvere e gelo, che via via s’avvicina. Una minuta imbarcazione, si direbbe. Ma non è questa che si avvicina alla nave. No, essa giace immobile, deserta e silenziosa. Al contrario è la nave che nel suo impercettibile moto sembra come attirata per via naturale alla sua riproduzione in miniatura. Guardinghi, i marinai si avvicinano più che possono, sporgendosi dalle ringhiere umide e odorose. Ma non scorgono nulla, all’interno della misteriosa scialuppa. Nulla, a parte una flebile luce vista come in sogno, dimenticata e ritrovata con l’andare e il tornare dei banchi di grigia foschia. E in fondo, nel baluginare tiepido di quella fosforescenza, un profilo nero, più nero della notte che osserva dall’alto i due lignei natanti nel loro lento incontro.